destionegiorno
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MINA CAPPUSSI EMOTIONAL ART “Noi chiamiamo a testimoni i Custodi del Tempo per cantare la Bellezza Infinita, dagli abissi del Sé all’immensità dell’Universo, nelle sconfinate sfaccettature del Sentire”. Artista poliedrica, personalità rinascimentale, creativa a tutto tondo: scrittrice, ... (continua)
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Discinte memorie
allocate su cuspidi
d’incanto
emergono stillando
accordi emozionali.
Visione di fumo
include il mattino:
nuvole, montagne,
un gatto, una bottiglia blu
a cornice del mondo.
E’ stipsi sinaptica
la nebbia
che chiude
finestre... leggi...
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Lento il silenzio
sotterra il mattino
nebbia cancella
sommità rocciose,
annulla ovvietà
restituisce abissi.
Occhi giungono
su ruote mattiniere
veloci, indifferenti
tirano dritto
senza saluto
d’incrocio.
In fila indiana
mondi si... leggi...
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Di Luce mi nutristi
solitario amante
ebbro di umidi effluvi
e tantriche visioni
di illuminate alcove.
Di Fuoco divampasti
appassionato amante
turbinante impeto
brucia
corpi vocanti.
Di Piacere riempisti
voluttuoso amante
sfiorando segrete... leggi...
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Sa di ciliegi in fiore, di sole e mare
l’immagine di te,
riempie l’orizzonte
di inesplosi sguardi,
che allungano abbracci
e albe nervose.
Sa di lamponi e miele
il sapore di te,
cosparge i sensi
protesi come aculei
che graffiano acuti
il... leggi...
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Mina Cappussi
Le sue 89 poesie in Festivita
| Croci di ferro
s’alzano nere
nel sospiro del
cielo al tramonto.
Son guerrieri
di latta
le pale eoliche
sul crinale montano,
in fila ordinata
gridano stridule
al cielo.
Impigliano fughe
di sogni silenti
rubati alla notte,
scrivono
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| E ci sono momenti
che si incastonano
nel tempo,
frammenti d'infinito cammino.
Istanti
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| Rifuggo
trionfi del mondo;
folla domanda
rispondo, assento, sorrido
non guardo.
Oltre rituali
di vita civile
nuoto nell’etere
infinito di me
che graffia, scalcita, reclama
voce negata.
Domando il senso
ogni giorno, ogni ora,
risposta non
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| E’ il saluto del mondo
che trovo ogni giorno in torretta,
invocata alba
scompone profili montani
e visuali.
Il fermo manifesto
è movimento taciuto,
lentezza di epoche,
nella pietra rappresa,
cela memoria d’inizio.
Scompone visione
il
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| Piove,
e il rumore
scandisce il risveglio,
rapsodia bassa
che raschia l’anima
e stravolge chimere.
E’ grigio
il cielo che accoglie
nuvole temerarie,
che remano controvento
a incontrare il mare.
Gocce scorrono,
mondi nudi
di
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| Discinte memorie
allocate su cuspidi
d’incanto
emergono stillando
accordi emozionali.
Visione di fumo
include il mattino:
nuvole, montagne,
un gatto, una bottiglia blu
a cornice del mondo.
E’ stipsi sinaptica
la nebbia
che chiude
finestre
leggi
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| Nero espande,
nero dilaga
include sogni,
di carta,
e li incornicia:
mentre siamo qui
ad
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| Voglio fare il poeta.
Non è un mestiere, voi dite?
Il poeta si diletta
scrive rime a tempo perso,
la vita è altro
si misura in moneta.
Voglio fare il poeta,
datemi la patente
voglio guidare la gente
al brusio della vita
che
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| Lento il silenzio
sotterra il mattino
nebbia cancella
sommità rocciose,
annulla ovvietà
restituisce abissi.
Occhi giungono
su ruote mattiniere
veloci, indifferenti
tirano dritto
senza saluto
d’incrocio.
In fila indiana
mondi si
leggi
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| Voglio chiudere
a chiave
il mio mondo
girarci rilassata
in mutande
dare spazio
alla follia
che si agita dentro
reclusa a oltranza.
Voglio riprendermi
l’anima lacerata
dalla legge,
scarnificata
da regole
divenute strette.
Voglio
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| Nel mondo vero
le piante
camminano!
Lentamente
è ovvio,
ma inesorabili
vanno avanti.
Giunge al bordo
della finestra
la menta tenera
che profuma
il risveglio.
Se fosse ferma,
o persino stupida,
continuerebbe
a
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| Ti aspetto qui,
nel sole
della torretta
incalzata di vita,
che fa rumore
al cuore.
Ti aspetto qui,
nel sogno che dilegua,
tra parlottii d’uccelli,
che anticipano
il giorno.
Ti aspetto qui,
nella visione del Matese
ch’è
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| La Crocella,
il Matese
ere geologiche
sovvengono
creste di roccia
emergono
e di tanta possanza
resti indifferente.
Bojano dal nome antico
dall’eremo al fiume
stendi crochi
e trifoglio
sulla valle
ombreggiata
dal tempo
che accolse
il
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| Giaci riversa
gli occhi immensi
spenti di colore,
peloso il capo
leggere l’ali
irriverente, fastidiosa,
incredibile mosca.
Volavi
instancabile
rumorosa creatura,
osservavi il giorno
nascere e perire
dall’alto di un armadio,
da una finestra
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| Un battito d’ali
nascosto
è un ronzio disperato
un sogno rapito
di libertà inseguite.
E’ un’ape,
o un insetto
quel rumore sospetto
tra tenda e vetro
prigioniero di nulla
intinto di giallo
e di sole.
Mentre leggo
lo
leggi
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